È facile parlare di disabilità (se sai davvero come farlo) by Iacopo Melio

È facile parlare di disabilità (se sai davvero come farlo) by Iacopo Melio

autore:Iacopo Melio [Melio, Iacopo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Education, General, Social Science
ISBN: 9788859031857
Google: 3YadEAAAQBAJ
editore: Erickson
pubblicato: 2022-11-23T10:48:50+00:00


In parole più semplici, il diritto fondamentale a essere delle cittadine e dei cittadini attivi e consapevoli spetta a chiunque, comportando inoltre il dovere di essere delle risorse spendibili per migliorare la società rendendola più «attuale» rispetto a delle esigenze che in fondo sono di ognuno anche se tutelate da associazioni di settore, ma solo in quanto maggiormente capaci di pensare a possibili risoluzioni dei problemi.

L’obiettivo rimane sempre quello di raggiungere l’inclusione, rendendo un contesto specifico adatto a tutte e a tutti, con o senza disabilità o neurodivergenza, per viverlo in condizioni di pari opportunità.

Se l’«integrazione» pone l’accento sulla «diversità», ma in uno specifico contesto e con una visione discontinua, affrontando a priori emarginazione e discriminazione, l’«inclusione» vuole invece rendere tutti i contesti di vita adattati a ognuno, in condizioni di parità con gli altri, grazie anche ai giusti sostegni di cui uno necessita in una precisa situazione, per arrivare a un risultato che duri nel tempo.

Per riassumere, c’è bisogno che su questo punto si resti tutte e tutti uniti il più possibile: da un lato abbiamo le persone con disabilità, non necessariamente esperte ma sicuramente consapevoli della realtà nella quale sono immerse a pieno, che devono poter esprimere come qualcosa «dovrebbe essere» in base a come loro stesse desiderano sentirsi ed essere rappresentate nella società; mentre dall’altro lato abbiamo le persone («normodotate» e non) specializzate e accreditate, che sono importanti per offrire quelle competenze specifiche (mediche, architettoniche, comunicative, sociali…) che le prime, o le loro famiglie, non possono sempre fornire perché magari impreparate sul fronte specifico professionale.

Tutte le altre, chi non è una persona disabile o neurodivergente, oppure chi non è esperto in materia, dovrebbero ascoltare entrambe le parti, per motivi diversi ma ugualmente validi, accettando ciò che viene detto senza alimentare guerre tra poveri, perché ognuno dovrebbe basare ogni attività su idee solide e validate, mettendosi sempre in discussione per il bene comune: d’altronde, nessuno sa fare tutto ed è arrivato il momento di capire, semplicemente, che ognuno deve occuparsi di ciò che davvero sa!

Quando ci sentiamo male cosa facciamo? Andiamo dal medico, il quale (in base al suo percorso di studi e alla sua esperienza professionale) ci prescrive delle specifiche medicine da assumere secondo un piano terapeutico personalizzato: ecco, chi di noi a quel punto, pur non sapendone niente di medicina (perché magari, per quanto bravi nel lavoro, siamo impiegati in un ambito completamente diverso), si permetterebbe di contestare la decisione del medico sostenendo «Beh, vede dottore, non sono tanto d’accordo con la sua scelta, perché secondo me non ho questa malattia ma quest’altra, e allora penso che non non dovrei prendere queste pillole ma quest’altre, e poi invece di questo esame a parer mio eseguirei quest’altro…»? Nessuno, vorrei sperare, soprattutto per salute dei pazienti.

Dunque perché per le scienze sociali, o comunque per quei lavori intellettuali e improduttivi dove ogni argomento viene ugualmente studiato, analizzato e anche divulgato in modo rigoroso e tecnico, in seguito ad anni e anni di ricerche, esperimenti empirici e convalidazioni, non dovrebbe



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